Cracovia è una città dalle molteplici personalità. Se da una parte si porta nel cuore malinconia e turbamento per quello che è il suo passato, dall’altra è imperturbabile e valorosa, circondata dalla bellezza architettonica dei suoi palazzi e dalla risolutezza dei sui cittadini. Tutto ciò è percepibile passeggiando per le strade, guardando in alto ai soffitti delle sue chiese e scendendo sotto terra.
Nella periferia di Cracovia sono presenti immensi giacimenti di sale, i cui lavori di estrazione, attivi sin dal neolitico, hanno portato alla costruzione delle famose miniere di sale di Wieliczka, nome della località in cui sono situate. Come Cracovia, queste miniere hanno avuto un lunga e tormentata storia, per fortuna a lieto fine.
Come fa un luogo come una miniera di sale, buio, angusto, faticoso, a essere stato proclamato patrimonio dell’UNESCO nel 1978? La risposta è banale, sono inaspettatamente bellissime.
Il pomeriggio in cui abbiamo deciso di visitare questo luogo, abbiamo preso l’ autobus di linea extraurbana indicato dal personale del nostro ostello, che ci ha lasciato qualche metro più in giù dell’ingresso alla miniera. Sicuramente non avevamo mai visto una miniera e nemmeno un sito turistico simile, ma per fortuna l’indicazione era chiara e scritta a caratteri cubitali. Per visitare le miniere ci sono due tipi di tour: quello turistico, più breve e panoramico e quello minerario per una forte real experience. Si tratta comunque di visite guidate; il percorso minerario, dove sono previste piccole attività da minatori in erba, prevede la guida solo inglese e polacco, ma quel giorno non era disponibile. Fuori dall’ingresso si trova la biglietteria e dopo aver fatto il biglietto ci si mette in coda nel proprio settore, in base alla lingua (per ogni lingua ci sono fasce orarie diverse). Appena si forma il nostro gruppo e appena prima di congelare, arriva il nostro turno e entriamo in una caldissima e accogliente hole. Lasciamo dentro alcuni armadietti con chiave tutto il superfluo; è consentito portare solo una piccola borsa; zaino, sciarpa, guanti e giacconi non servono perché di sotto la temperatura sarà intorno ai 17-18°, ma è utile portarsi dietro un po’ di soldi perché, oltre ad alcuni negozi di souvenir, è presente un ristorante self-service che non lascia indifferenti, la” Locanda del minatore“. Dotati di auricolari per sentire meglio la nostra guida, iniziamo la discesa dal Pozzo Daniłowicz, 380 scalini di legno, a chiocciola, ovviamente in discesa. Ma tranquilli, il tour è per tutti, nessuna controindicazione, solo un paio di scarpe comode. Con un dolcissimo e stropicciato italiano, la guida ci racconta di come queste cave sotterranee sono state sia la ricchezza che la sfortuna della popolazione, fonte di lavoro e guadagno, ma anche di fatiche e sacrificio.
Difficile pensare di vivere e lavorare lì sotto, senza vedere mai il sole, se si immaginano solo bassi cunicoli, binari e corde. Le testimonianze degli oggetti e le strutture usate per le attività di estrazione sono solo una parte di quello che la miniera contiene nei sui 300 metri di profondità. Lungo il percorso si trovano ampie gallerie dalle pareti bianche, spiazzi come piazze cittadine, elaborate scalinate, chiese, ponti su laghi cristallini , recinti per animali, zone di ristoro, zone di gioco, tutte interamente scavate e ricavate dalle pareti di roccia salina. Una vera città sotterranea fatta di sale. I minatori passavano intere stagioni senza mai uscire, ma d’altronde lì avevano, o meglio, si erano costruiti tutto quello che serviva sia per lavorare ma anche per vivere. Con l’utilizzo di semplici martelli e scalpellini creavano questi luoghi, ma alcuni minatori non erano solo semplici lavoratori. Alcuni erano artigiani, altri veri e propri scultori e artisti che non si piegarono mai ad essere solo dei minatori, ma usarono la loro abilità, creatività e incomprimibile passione, per rendere quel posto in cui erano obbligati a stare, vivibile e bello, un posto unico al mondo.
La cattedrale di Santa Kinga è una enorme chiesa presente nella miniera, una cattedrale di sale alla quale si accede da due lussuose scalinate laterali. Statue di santi, bassorilievi, il famoso quadro dell’ultima cena riprodotto sulle rocce di sale. Il pavimento pare composto da vere piastrelle, ma si tratta di un fine lavoro di scalfitura delle fughe che dà questo effetto. Ci sono due giganteschi lampadari che stanno al centro: un’ incantevole assemblaggio di cristalli di sale. Non esistono strutture in ferro, in legno, in vetro tutto è fatto di sale.
Arrivati a un profondità di circa 135 metri si risale con piccoli e claustrofobici ascensori a gabbia, tre alla volta, in vero stile miniera.
Nelle tre ore di percorso ho avuto l impressione di camminare tra le strade di una città d’ argento costruita da giganti. Probabilmente tutta questa bellezza, allontana un po’ dalla realtà di secoli di lavori in miniera, ma a Cracovia sono fatti così, tra freddo e dolore si trova una risorsa, la si raccoglie e si rinizia da lì.





Come arrivare e prezzi
Il biglietto per il tour turistico ha un costo di circa 20€, ma per i dettagli, quali orari e variazione dei prezzi rimando direttamente al sito ufficiale www.minieradisalewieliczka.it.
Per arrivare dal centro storico di Cracovia si può prendere l’autobus di linea n. 304 da Galeria Krakowska. Attenzione perché sembra facile, ma è un terminal immenso e su più livelli, quindi consiglio di prendersi una ventina di minuti di margine per riuscire a trovare l’autobus giusto. In questo caso la banchina è all’esterno del parcheggio più grande, lungo la strada. Le miniere distano poco più di 10 km dal centro e bisogna scendere alla fermata Wieliczka Kopalnia Soli Zone I.
Noi abbiamo preso l’autobus all’andata e il treno al ritorno. Se si sceglie quest’ultimo, il treno si prende dalla stazione Wieliczka Rynek Kopalnia, per scendere alla stazione centrale di Cracovia (Dworzec Główny).
Serena B.
Caspita!!!