Dalla catena montuosa dei Cuillin Hills si irradiano una serie di penisole, frutto di un’antica attività vulcanica, dalla quale prese vita l’isola di Skye.
Rimane oggi l’appellativo di isola, perché d’altra parte, se non fosse stato per l’azione umana, tale sarebbe, per quanto vicina alla Mainland. Tuttavia, nel 1995 fu costruito il lungo ponte che oggi connette Skye con le Highlands.
Beh, che si scelga di raggiungere Skye via terra o via mare, mettere piede su quest’isola è come accedere a un altro mondo. Non so bene spiegare cosa ho provato nei confronti di questo posto, ma in principio non mi sono sentita meravigliata come mi aspettavo. Ormai l’isola di Skye è irrimediabilmente presa d’assalto dal turismo, quindi si vedono ovunque immagini falsate e descrizioni di un mondo incantato. Tutto questo non aiuta a mantenere basse le aspettative e una vaghissima delusione è un rischio concreto. Poi però, per quanto inizialmente non abbia trovato l’isola più bella di altri luoghi in Scozia, la sua forza comunicativa è arrivata, a scoppio ritardato.
È stato come quando si conosce una persona senza sapere ancora che diventerà il nostro grande amore. L’isola di Skye è effettivamente questo, un sentimento che si fa via via più forte, un insieme di tasselli che insieme compongono un puzzle bellissimo.
Era già autunno quando siamo arrivati, eppure il verde brillava intenso non appena il sole si apriva ad investirlo con la sua luce dorata. Il verde di Skye è il più brillante che abbia mai visto. Viene quasi da credere che cose simili siano possibili solo per un intervento magico.
- 1. Come raggiungere l’isola di Skye e organizzare il viaggio
- 2. Primo Giorno: da Armadale a Glendale lungo la costa ovest
- 3. Secondo Giorno: il Nord e Portree



1. Come raggiungere l’isola di Skye e organizzare il viaggio
Su questa terra incantata abbiamo trascorso due interi giorni, iniziando dalla penisola di Strathaird e concludendo con quella di Trotternish, percorrendo il periplo dell’isola in senso orario.
Come dicevo, Skye è raggiungibile sia via terra, a est, che via mare, a ovest. Tutto dipende da dove si proviene. Nel nostro caso, abbiamo scelto di prendere il traghetto all’andata e il ponte al ritorno. Pensate che il passaggio sul ponte è gratuito solo dal 2004.
Il traghetto di Calmac Ferries diretto a Skye parte ogni giorno più volte dal porto di Mallaig. Il costo del biglietto è irrisorio, soltanto 3,70€ a persona; al contrario, ci vuole un po’ di più per trasportare l’auto, 12,40€. La traversata dura soltanto 40 minuti ed è vagamente movimentata. Il traghetto non è molto grande e le onde si percepiscono abbastanza. Naturalmente il traghetto ha un margine di rischio dovuto al maltempo, in base al quale potrebbe subire cancellazioni.
Organizzare la permanenza su Skye è molto semplice e il modo migliore per visitare l’isola è l’auto, che permette di accedere alle zone rurali e più remote. Raramente abbiamo trovato strade sterrate, ma le single track sono all’ordine del giorno.
Per pernottare consiglio di scegliere un alloggio su Airbnb. È molto comune che le famiglie con un giardino, un orto, oppure una fattoria, affittino piccole unità come bungalow o simili. Quella in cui abbiamo dormito a Glendale, nel nord, era stupenda, curata nei minimi dettagli. Abbiamo passato delle bellissime e confortevoli ore qui guardando Braveheart e facendoci finalmente una pasta al pesto!
Ad ogni modo, l’unico vero consiglio che mi sento di dare è di prenotare tutto con grandissimo anticipo, perché le strutture in cui dormire, così come i ristoranti, non sono moltissime e l’isola è letteralmente presa d’assalto dai turisti. Noi siamo stati lì ad ottobre e c’era gente ovunque!
Infine, raccomando almeno 3 giorni per visitare l’isola in tranquillità e magari concedersi un trekking o un’escursione guidata. Noi siamo stati soltanto due giorni e abbiamo dovuto tagliare a malincuore alcune delle cose “imperdibili”.


2. Primo Giorno: da Armadale a Glendale lungo la costa ovest
Il primo giorno abbiamo fatto alcune tappe a sud e lungo la costa occidentale. La prima avrebbe dovuto essere Armadale Castle, ma purtroppo era martedì e lo abbiamo trovato chiuso. Ci siamo consolati con una breve pausa in un’area di sosta poco oltre l’ingresso del castello per ammirare il mare e una vista bellissima: qui la posizione.
Il Castello di Armadale è completamente nascosto dalla recinzione e dalla vegetazione, quindi non saprei dare un feedback. Comunque è aperto da aprile a ottobre e vi consiglio di controllare gli orari di apertura sul loro sito.
Dopo la piccola delusione abbiamo proseguito fino alla Cill Criosd Church. Si tratta di un sosta tanto inusuale quanto suggestiva, una microscopica chiesa in rovina risalente al 1500. Ad oggi la chiesa non è più agibile e quel che ne rimane sono solo quattro pareti senza un tetto. In un’atmosfera decisamente lugubre e gelida, si trova infatti il rudere di questo piccolo edificio religioso completamente avviluppato da vegetazione, rami secchi e muschio. È un posto davvero suggestivo dove vale la pena fermarsi e passeggiare anche brevemente; questo se amate i cimiteri! Infatti, fuori dalla chiesa, circondato da un paesaggio meraviglioso e drammatico, si trova un piccolo cimitero con diverse lapidi anch’esse estremamente segnate dal tempo. Pioveva e tirava un vento fortissimo e sia la pioggia che il vento non ci avrebbero abbandonati durante tutta la giornata.
Questa zona ha un trascorso di cave per l’estrazione del marmo. Oggi le cave sono chiuse e rimangono solo tracce e rovine, ma sembrerebbe che il marmo qui estratto nei secoli, sia paragonabile per il suo pregio a quello di Carrara.


Lungo la strada si trovano poi innumerevoli punti dove fermarsi per fare foto e ammirare i paesaggi incontaminati che caratterizzano l’isola di Skye. E le pecore ovviamente. Abbiamo anche incontrato alcune mucche Highlander. Riguardo a queste bovini devo dire che, nonostante siano il simbolo più famoso all’estero della Scozia, non ne abbiamo viste poi così tante, forse una decina durante tutto il viaggio.
Per pura curiosità e per goderci il percorso in macchina ci siamo poi spinti fino ad un piccolo villaggio di pescatori abbarbicato sulla costa, Elgol.
Elgol non si può dire una vera e è proprio attrazione, piuttosto è molto bella la strada che conduce fin qui e il panorama sui Cuillin Hills. Ci troviamo precisamente nella Strathaird Peninsula, dove si estendono in tutta la loro bellezza i Cuillin, noti per essere la più maestosa catena montuosa delle isole britanniche. La cima più alta arriva a 1000 metri. Nei giorni più limpidi dal villaggio di Elgol si ha la vista migliore di tutte. L’area montana che vediamo oggi è ciò che rimane delle camere magmatiche solidificate e che un tempo alimentavano i vulcani.
Sulla via per Elgol, e purtroppo anche al ritorno, ho assistito ad una delle scene più strazianti della mia vita: un cagnolino immobile su una tomba a fissare la lapide sotto la pioggia scrosciante. Gli occhi mi si riempiono ancora di lacrime quando ci penso.




È una deviazione rilevante quella per Elgol, quindi, in base alle tempistiche e ai gusti, si può tranquillamente eliminare per risparmiare un’ora abbondante.
Abbiamo proseguito il nostro itinerario poi dirigendoci verso nord e fermandoci al famoso Sligachan Old Bridge. Ci troviamo adesso nel Glen Sligachan. Il terreno torboso che lo ricopre è tra i meglio conservati in Scozia, motivo per cui è bene rimanere sui percorsi tracciati. Pensate che il terreno torboso riveste solo il 3% della Terra e ben il 20% della superficie scozzese ne è composta! La visita al ponte può prendere 10 minuti come alcune ore se si decide di prendere uno dei percorsi trekking o partecipare a un’escursione. Questa regola è valida per tutta la Scozia e soprattutto per l’isola di Skye, un vero paradiso per il trekking, a patto che la pioggia non sia un problema.
In realtà qui troverete due ponti, quello antico e quello moderno. L’Old Sligachan Bridge è l’originale ed è ora utilizzato solo pedonale. Accanto ad esso, è stato costruito un nuovo ponte per i veicoli. L’Old Sligachan Bridge fu costruito tra il 1810 e il 1818. All’antico ponte si lega anche una leggenda, quella della feroce guerriera scozzese, Scáthach. Scáthach era molto forte ed era in grado di battere qualsiasi uomo in battaglia. Ben presto questo la rese famosa e venne sfidata dal guerriero irlandese Cú Chulainn, deciso a dimostrare la sua forza. I due lottarono per settimane perché la loro forza era la medesima; il vigore dei colpi fu tale che la terra tremò e si formarono valli e montagne. Lo scontro sarebbe andato avanti finché uno dei due non fosse morto. La figlia di Scáthach era sconvolta a questo pensiero e, non vedendo alcuna possibilità di vittoria per la madre, fuggì verso il fiume Sligachan. Qui pianse a dirotto implorando la fine del combattimento. Forse non è poi così noto che l’acqua funge da passaggio tra il nostro mondo e quello delle fate, che la udirono e decisero di aiutarla. Dovette infilare il volto nell’acqua però per udire il consiglio delle fate. Le consigliarono di preparare un pasto caldo il cui odore avrebbe attratto i guerrieri e fatto interrompere il combattimento. I guerrieri stavano lottando da settimane e avevano una fame terribile. L’odore li richiamò fino alla cucina, qui si sedettero e mangiarono insieme.
La condivisione del pasto segnò la fine dei combattimenti.
Secondo la leggenda, la bellezza della figlia di Scáthach e le lacrime d’amore versate nel fiume fanno sì che chiunque abbia il coraggio di immergere il viso nell’acqua riceva la bellezza eterna dalle fate.



Già mezzi bagnati, abbiamo proseguito in auto fino alle Fairy Pools. Per visitare quella che forse è una delle top 5 attrazioni scozzesi. Raggiunto il punto, bisogna parcheggiare nell’area a pagamento all’inizio del sentiero. Il parcheggio costa 6,70€, una bella somma ma che permette di tenere in modo impeccabile il sentiero. Nel parcheggio custodito ci sono anche i bagni.
Il percorso base delle Fairy Pools è lungo di circa 2,5 km e, tra soste fotografiche e passeggiata, bisogna mettere in conto un paio d’ore. Le vasche sono certamente magnifiche, ma quello che le rende incantevoli è il contesto generale davvero splendido. Ovviamente sono di parte perché amo i posti piovosi e camminare sotto la pioggia! E quanta pioggia! Avevamo anche la biancheria fradicia quando abbiamo finito la visita, per cui consiglio di portare sempre dei sovrapantaloni impermeabili e anche una cerata da mettere sopra la giacca, per un viaggio in Scozia, soprattutto di autunno.





Essendo già alle 15.00 e avendo ancora poche ore di luce davanti, nonché più di un’ora di viaggio per raggiungere il nostro alloggio, abbiamo fatto un’ultima breve sosta presso la Talisker Distilery, nella Baia di Talisker. Si tratta di una delle distillerie più famose e visitate di tutta la Scozia. Come per qualunque altra distilleria è possibile partecipare a tour guidati di vario genere. Per chi come noi non è particolarmente interessato al whisky è sempre possibile visitare lo shop e un una piccolissima esibizione che parla della storia della distilleria. Molto bello anche il banco bar dove è possibile fare delle degustazioni di whisky comodamente seduti su una panca attorno ad un gigantesco focolare. Il tepore del fuoco è la più grande goduria che possa esserci quando provieni da ore e ore sotto la pioggia e dal freddo. Perciò abbiamo sfruttato un po’ il calore del foyer, constatato che anche volendo una bottiglia di whisky non potremmo mai comprarcela e proseguito fino al nostro alloggio.
La prima notte a Skye abbiamo alloggiato in località Glendale, poco distante da Dunvegan Castle (che abbiamo visitato il giorno seguente), nell’estremo Nord dell’isola. Abbiamo pernottato dentro un bungalow completamente ristrutturato in stile country, un luogo veramente delizioso all’interno di un giardino privato. La cosa che sicuramente ci ha inteneriti maggiormente è stato vedere accanto al bungalow un piccolissimo cimitero con le piccolissime tombe degli animali domestici che avevano vissuto nella famiglia. Essendo noi amanti smodati di ogni creatura, abbiamo trovato questa cosa estremamente bella.
3. Secondo Giorno: il nord e Portree
Quella mattina ci siamo alzati e siamo usciti di casa che ancora il buio non aveva totalmente lasciato spazio al giorno. La luce è aumentata momento dopo momento svelando un paesaggio sempre più bello e promettendo una giornata sufficientemente serena. Il primo luogo che abbiamo visitato è stato Neist Point Lightouse, a soli quindici minuti dal nostro alloggio. Si tratta probabilmente di uno dei luoghi più incredibili della Scozia. Ciò che rende famoso questo posto è il faro abbandonato, che è certamente affascinante e da un tocco di mistero all’ambientazione. Ma quello che veramente lascia senza fiato è il paesaggio. Posso tranquillamente affermare che si tratta del posto più bello sull’isola di Skye e che è assolutamente da non perdere per chi visita l’isola. Per raggiungere il faro si parte dalla strada e attraverso una ripida gradinata e un sentiero lastricato si scende giù fino al margine della scogliera.



Si può passeggiare a lungo qui, godendosi il panorama e ammirando le centinaia di pecore che brucano l’erba a due passi dall’oceano, beandosi con loro della calma e della pace assoluta che si respirano. Noi siamo arrivati intorno alle 8:30 del mattino; eravamo soli ed è stato emozionante. A Neist Point troverete la pace totale dei sensi. Il faro fu costruito da Alan Stevenson ai primi del Novecento. Questo ingegnere ha costruito addirittura 23 fari in Scozia e suo cugino fu proprio il Robert Stevenson che scrisse il romanzo Dottor Jekyll e Mister Hyde! Il faro ha funzionato dal 1909 al 1990, anno in cui è stato reso automatico e, di conseguenza, il custode non fu più necessario. Oggi, l’edificio del faro è in netto stato di abbandono e degrado.
Sarei potuta stare ore e ore ad ammirare le pieghe di quelle scogliere che si gettano in mare, ad ascoltare il rumore dell’oceano e oserrvare il verde e soffice manto erboso che le ricopre.






A circa mezz’ora si trova il Castello di Dunvegan, il primo castello che abbiamo visitato in Scozia. Il biglietto costa €16, leggermente meno degli altri, ed questa volta è stato inevitabile spenderli. Infatti andare in Scozia senza visitare neppure un castello sarebbe stato da veri sciocchi. Inoltre Dunvegan Castle è uno dei più importanti della regione, essendo stato a lungo la residenza del clan MacLeod sull’isola di Skye e il centro del potere da loro esercitato.
Il castello è il più antico in Scozia abitato in maniera continuativa sin dal 1200. E’ il posto giusto quindi per entrare in contatto con la vera essenza della vita nelle Highlands e nello specifico di cosa significhi abitare nelle Ebridi. I MacLeod, discendenti diretti dei vichinghi norvegesi, si insediarono qui nel XIII secolo. Il castello fu costruito su un promontorio praticamente inespugnabile e a lungo accessibile solo dal mare. L’edificio appartiene tutt’ora al clan, che tuttavia in epoca moderna ha sempre trovato difficoltà nel mantenerlo.
Oltre al castello merita una visita l’intera tenuta che comprende dei bellissimi giardini.


Risaliti in macchina, ci siamo diretti verso un altro posto molto curioso sull’isola di Skye, sicuramente il più bizzarro che abbiamo visto. Mi riferisco al Fairy Glen, una valle composta di colline coniche percorse da sentieri sottili che si attorcigliano come spirali e si diramano ovunque in una sorta di labirinto. Si tratta di un paesaggio veramente fiabesco, ma il nome Fairy si riferisce soltanto alla sensazione che procura grazie alla sua originalità morfologica; non esistono tuttavia specifiche leggende legate alle fate.
Il mio consiglio è di smarrirvi un po’ tra i vari piccoli sentieri e salire fino in cima alle colline per ammirare il panorama dall’alto. Guardando verso l’orizzonte si scovano tantissime cascate. I cerchi fatti con i sassi che si vedono sui prati sono invece soltanto opera delle persone che vogliono rievocare qualcosa di magico.
Come sempre, per visitare il posto, anche qui, bisogna parcheggiare nell’area apposita e pagare 3,30€.
Finito di visitare Fairy Glen, cosa che può prendere tranquillamente anche tre o quattro ore, ci siamo resi conto che non saremmo riusciti a completare il programma che ci eravamo prefissati. Da qui abbiamo proseguito ancora un po’ verso nord fino ad imbatterci nello Skye Museum of Island Life. Eravamo indecisi se fermarci o meno, ma poi abbiamo pensato che potesse essere un’occasione per scoprire e saperne di più su la storia dell’isola di Sky. Il museo è un esibizione di tipo etnografico con ricostruzioni di ambienti tipici e numerosi pannelli e cimeli che raccontano di importanti personaggi ed eventi, nonché dell’evoluzione dell’isola di Skye, tradizioni, come si viveva fino a poco tempo fa e così via. Le varie sale espositive sono all’interno di edifici separati, antiche abitazioni che permettono a tutti gli effetti di visitare un piccolo antico villaggio dell’isola. Visitare il museo costa 5,60€ che vale assolutamente la pena spendere. A 5 minuti di guida dal museo si trovano le rovine del Castello di Duntulm. Questa zona di Skye, la penisola di Trotternish, meriterebbe un intero giorno. Per noi era tardi e ci siamo persi tante tappe importanti, cascate, rovine e sopra ogni cosa Child rock Old Man of Stor e i Quiraing.
La nostra visita di Skye si è conclusa con una breve passeggiata nella sua capitale Portree. La piccola città ha il classico fascino del villaggio di pescatori e un grazioso porto con casette colorate e una romantica baia con molte imbarcazioni. Abbiamo passeggiato una mezz’ora per poi rimetterci in auto e raggiungere il nostro alloggio. Quella notte abbiamo dormito in località Kyle of Lochalsh, il primo paese che si trova una volta attraversato il ponte dell’isola tornando verso la mainland.







[…] percorrendo quasi l’intero periplo dell’isola con partenza da sud.Per scoprire come visitare l’isola di Skye in due giorni leggi l’articolo […]