A gennaio, come ho sentito proclamare in Tv Toscana in zona gialla, è partita quella vocina nella mia testa che mi mancava così tanto e che ha iniziato a ripetermi “gita fuori porta, gita fuori porta…”. Sì, ma dove? Che non c’è solo il covid a rompere le scatole. C’è il lavoro e poi il trasloco. Ci voleva qualcosa che prendesse poco tempo, vicino e ovviamente che deludesse le aspettative.
La soluzione è stata una breve scampagnata all’Oasi LIPU di Massaciuccoli, un piccolo paese nella provincia di Lucca, che si affaccia sull’omonimo lago. Il lago è da tempo riserva protetta e casa di una preziosissima ed abbondante avifauna. L’Oasi fa parte del più esteso parco naturalistico assieme al Parco di San Rossore e Migliarino, visitabile magari il giorno seguente per chi decide di sostare più a lungo.
Vessati dai mille impegni siamo arrivati solo all’ora di pranzo ed abbiamo mangiato presso l’Osteria le Terme, l’unico ristorante della zona aperto. Ve ne sono moltissimi altri; tuttavia, la maggior parte aveva deciso di non riaprire nonostante le norme lo consentissero nuovamente.
Devo dire che il destino ci ha condotti verso una bella sorpresa. Si tratta di un ristorante che prevalentemente serve piatti di mare, come molti nella zona, offrendo numerose sfiziose scelte. Per non parlare dell’infinita selezione di vini locali!
Dopo il lauto pasto abbiamo raggiunto a piedi la Villa dei Venulei, ovvero i resti di un’antica e sontuosa residenza romana vista lago. Il panorama dall’alto è molto bello ed il sito molto interessante, in più è di libero accesso.





Proprio di fianco al ristorante si trovano invece gli scavi archeologici di Massaciuccoli Romana, dove è possibile ammirare alcuni antichi mosaici e resti di edifici. L’area archeologica circoscritta purtroppo era chiusa, ma ci siamo concessi di sbirciare dalle pareti vetrate e comunque dare uno sguardo alle meraviglie che custodisce.
Percorrendo poi via Pietra di Padule, si raggiunge dopo circa 200m la deviazione che conduce all’Oasi Lipu. Si tratta di un luogo estremamente rasserenante e silenzioso. La pace regna sovrana, perché è vietato far chiasso, per evitare di disturbare gli uccelli. Dal casotto della reception (che ospita anche un museo che era purtroppo chiuso) parte una scenografica passerella a palafitta che attraversa e serpeggia attraverso la palude che precede il lago, conducendo ad esso, tramite punti di avvistamento. È una passeggiata surreale, che lascia sbigottiti dalla bellezza dei colori dei giunchi dorati, che si riflettono sull’acqua e nascondono uccellini di ogni sorta, di cui prevalentemente si odono solo le voci. Difficile avvistarli!




La passerella è lunga circa 700m ed in alcuni periodi è possibile anche prolungare la visita noleggiando delle piccole imbarcazioni con cui navigare nel lago. Ormeggiata poi all’inizio del percorso si trovava la Burlamacca, un piccolo traghetto che viene usato per la traversata ed i tour guidati del lago.
Conclusa la passeggiata, abbiamo deciso di esplorare ancora un po’ la zona, così siamo tornati indietro verso il ristorante e da lì abbiamo imboccato un’altra strada che scendeva verso il lago. Questa ci ha condotti ad una passerella simile alla prima e poi lungo il fango, per risalire infine verso l’abitato. Tutt’intorno si trovano inoltre vari punti da dove imboccare l’itinerario Ciclopedonale Puccini, una lunga via ciclabile.
Prima di rimetterci in viaggio non ho voluto perdermi una vista sulla laguna dall’alto al tramonto.
Qui la posizione dalla quale realizzare scatti magici!



