Giorno 1 – Visita di Amman

La vera fortuna è che il nostro volo partiva al mattino molto presto da Bologna, il che ci ha permesso di sfruttare al meglio la giornata. Le procedure di noleggio e viaggio dall’aeroporto al centro di Amman sono state lunghe, poiché il traffico ci ha rallentate notevolmente, così come i modi molto rilassati di fare le cose dell’autonoleggio (qui i dettagli nell’articolo su come organizzare un viaggio in Giordania), tuttavia abbiamo trovato subito il nostro alberghetto, distante pochissimi minuti dalle attrazioni principali. Abbiamo alloggiato presso l’ Al Midan Hotel, piccolo hotel nel pieno centro storico, a pochi passi da tutto ciò che può essere interessante ad Amman e che serve una deliziosa tipica colazione al mattino: uova lesse, falafel, fagioli speziati e così via. Il costo degli alloggi è molto contenuto rispetto agli standard italiani e con un minimo di spirito di adattamento risulteranno più che accettabili. Dico adattamento poiché in ben due casi su tre, nonostante il gelo invernale, gli interni non erano riscaldati e in un caso non c’era l’acqua calda; ma l’esperienza è autentica e l’ospitalità unica e impeccabile. Per iniziare il proprio tour è importante tenere presente che in inverno i siti archeologici chiudono alle 16.00, in estate alle 18.00. Tuttavia, gli orari indicati sono relativi all’accesso, perciò è possibile trattenersi nei siti anche fino ad un’ora dopo la loro chiusura al pubblico, avendo così una maggiore margine di tempo. Una volta posate le nostre cose ci rimanevano giusto un paio d’ore per visitare le rovine romane e la Cittadella di Amman, tempo sufficiente se non ci si traccheggia e si è disposti come noi a saltare la pausa pranzo. In un minuto abbiamo raggiunto il Teatro Romano, sito ben circoscritto da un’elegante piazza. Col Jordan Pass si accede in un secondo e si ammutolisce di fronte alla ripida scalinata, attorniata alla sommità da palazzi moderni. Le geometrie create dai grigi gradini sono stupende e si sono prestate come perfetto set fotografico; già Amman ci aveva fatte innamorare. A soli due passi dal Teatro si trovano altre irrinunciabili tappe: il Ninfeo romano, il Tempio di Ercole e la Colonna Romana Corinzia. Uno sguardo veloce, per poi intraprendere la scarpinata verso la Cittadella, nel tentativo di arrivare prima dell’orario di chiusura. Occorrono circa venti minuti (tutti in salita, su per una ripida gradinata) per raggiungere la cima di una collina, sulla quale si estende un bellissimo sito archeologico d’epoca romana. I romani hanno lasciato tracce sull’intero territorio giordano ed è spettacolare come le rovine di questo passato si siano mantenute egregiamente, e altrettanto con cura siano tutt’oggi valorizzate. Nello stesso complesso sono numerose le tappe lungo il percorso: il Tempio di Ercole, la Umayyad Mosque, la Basilica Bizantina ed il piccolo Museo Archeologico. Siamo state poco meno di un’ora e dall’alto dell’altura abbiamo ammirato il sole che scendeva. Amman nell’ora del crepuscolo è magica, si tinge di un oro accecante e lentamente si accendono le luci verdi che indicano i minareti di decine di moschee. Nel tardo pomeriggio, ormai completamente notte, siamo ridiscese verso la down town. Percorrendo la via principale, King Talal Street, ci siamo addentrate in un brulicare di persone, automobili strombazzanti e i negozi del suq, il Bukhariyeh Market. Qui non ci siamo risparmiate nello shopping. Lungo la stessa strada vi imbatterete anche nella grande moschea cittadina, la Moschea Al Usseiny. In fondo a King Talal Street, svoltando a sinistra si imbocca King Faisal Square e si raggiunge uno dei ristoranti più consigliati di tutta Amman, Hashem Restaurant Down Town: esperienza più che raccomandabile. La nostra serata si è conclusa qui, in questo ristorante dall’aspetto a metà fra un bar e un fast food di seconda mano, con tovaglie e stoviglie di plastica, persone che rufolano nei piatti senza usare le posate, a ridosso della cucina e quasi in mezzo alla strada. Qui abbiamo mangiato eccellente cibo tipico, quale hummus e falafel, spendendo una cifra irrisoria; cena abbondante per quattro: circa 15€.

Con un po’ di tempo in più…

Galleria Nazionale di Belle Arti della Giordania

Museo della Giordania

Nei dintorni di Amman: Madaba e Monte Nebo

Giorno 2 – Petra

E’ abbastanza lunga la strada che dalla capitale porta a Petra, ma certamente agevole e priva di difficoltà. Percorrendo l’autostrada principale (Desert Hwy n. 15) ci vogliono più di 3 ore lungo le quali sarà impossibile non fermarsi a fare foto nel deserto, fra montagne e piatte radure incandescenti. Le temperature ad inizio dicembre non sono alte, ma il sole splende in cielo e non è difficile che si produca l’effetto della fata morgana. Una volta raggiunta Petra si può lasciare la macchina in uno dei parcheggi gratuiti appena fuori dall’ingresso. Prima ancora di varcarne il cancello troverete un ATM. Avere contanti con sé è abbastanza fondamentale, poiché sarà difficile lasciare Petra senza neanche un souvenir. La piazza d’ingresso, su cui si aprono biglietteria e servizi, è infatti un pullulare di negozietti e bancarelle, così come tutto il percorso di visita ed è raro poter usare la carta. Visitare Petra può richiedere da qualche ora a qualche giorno, dipende quale sentiero si decide di esplorare; per comodità inserisco la mappa nella galleria qui sotto. Il mio consiglio è non arrivare mai dopo l’ora di pranzo perché anche solo per una visita veloce servono alcune ore. Pensate che soltanto il Tesoro di Petra dista un’ora dall’ingresso. L’antica Petra si raggiunge infatti percorrendo a piedi il Siq, un profondo canyon lungo circa un chilometro e mezzo, scavato dall’acqua, e come l’acqua fece un tempo, si scivola lungo il sentiero fino alla leggendaria città, una città scavata nella roccia, creata dalla nuda terra, inerpicata su montagne e dirupi che dominano una distesa di terra biondastra e rossastra. La situazione è decisamente caotica tra folle di turisti e le guide urlanti, i cavalli che sfrecciano a bordo strada e trainano carri, muli e cammelli parcheggiati in ogni dove, poiché questi poveri animali fungono da sorta di taxi per i turisti più pigri. Incontrerete decine di questi animali sul vostro percorso, così come cani e gatti pisolanti e molto molto affamati. La condizione degli animali non è proprio delle migliori perciò consiglio, per chi avesse il cuore tenero come me, di portarsi dietro qualche snack in più per cani e gatti che implorano i turisti di dar loro del cibo. A sera abbiamo pernottato in un piccolo e tipico hotel, il Valentin Inn, a meno di 5 minuti dal sito archeologico. Si tratta di una struttura a conduzione familiare e dall’impeccabile ospitalità, come ovunque d’altronde, tant’è vero che, appena varcata la soglia, ci è stata offerta la prima tazza di tè…la prima di molte. Abbiamo avuto qualche difficoltà con l’acqua calda e la connessione internet, ma il banchetto serale ha ripagato i piccoli disguidi e reso questa esperienza indimenticabile. Al prezzo della camera abbiamo infatti deciso di aggiungere cena e colazione per un costo totale di 22€. Per cena ci siamo unite a tutti gli altri ospiti in una grande tenda beduina dove ci attendevano lunghe tavolate, un buffet a base di decine di piatti tipici (zuppe, riso con pollo, verdure, hummus, falafel e quant’altro), musica locale dal vivo e fiumi di buonissimo tè alla salvia al posto dell’acqua. Dimenticatevi gli alcolici ovviamente!

Giorno 3 – Mar Morto e Jerash

Al solito sveglia super presto per proseguire il nostro tour. Il sole e il cielo terso del giorno prima sembravano un lontano ricordo. Nella notte si era scatenata una bufera e fuori ci attendevano pioggia, nebbia e un freddo cane! La prima ora alla guida non è stata semplice, non si vedeva oltre un metro di fronte a noi ed eravamo a corto di benzina. Al contrario di quel che pensavamo, il primo distributore è comparso dopo qualche decina di chilometri e non poca ansia. Intorno a metà mattina la situazione si è risollevata e proseguendo lungo la strada n. 35, che sale di quota, a un certo punto ci siamo ritrovate in cima a montagne sovrastate da un tetto di nuvole nere forate dai raggi del sole e all’orizzonte una smisurata pozza d’acqua blu notte, in lontananza si vedeva chiaramente il Mar Morto. La strada scende nuovamente fino a sotto il livello del mare per andare ad incontrare la Jordan Vallery Hwy. (strada n. 65). Si entra in un territorio nuovo, ecco nuovamente le case, i negozi, il traffico e una vegetazione più rigogliosa. Sulla sinistra si costeggia il Mar Morto, il cui tratto iniziale, è occupato da fabbriche e saline. Questa è anche la via per raggiungere la nota riserva naturale di Wadi al Mujib. Solo in alcuni mesi dell’anno la riserva è aperta i visitatori con la possibilità di effettuare vari tipi di escursioni nei canyon di questa spettacolare riserva. Appena fuori troverete il Wadi Mujib Adventure Center a al quale affidarsi per organizzare attività di canyoning e trekking. Abbiamo fatto un paio di soste fotografiche per ammirare il Mar Morto nelle aree panoramiche. Avremmo voluto raggiungere l’acqua ma non è facilmente accessibile e la cosa avrebbe richiesto troppo tempo e una scarpinata alla quale mia mamma e Ileana non si sono volute sottoporre. Inoltre faceva abbastanza freddo. Lo vista di questo spettacolo è però stata sufficiente: dall’altro lato di questo mare-lago si vede chiaramente la costa di Israele, l’aria odora chiaramente e pesantemente di salsedine ed il sale disegna onde bianche su una terra nera, inghiottita poi da un blu zaffiro intensissimo. L’ultimo tratto di costa è un pullulare di stabilimenti balneari e centri benessere che hanno purtroppo privatizzato l’accesso diretto a questa meraviglia.Per l’ora di pranzo abbiamo raggiunto l’ultima tappa del nostro viaggio, forse quella che più mi rimarrà nel cuore, Jerash. Non si può andare in Giordania e perdersi questa attrazione. Verrebbe facile depennarla dalla lista, perché è molto lontana dalla più gettonata Petra e un po’ fuori mano rispetto a tutto il resto, ma vale assolutamente la pena. Per questo troverete presto l’articolo di Silvia completamente dedicato alla visita di Jerash.

3 commenti

  1. bello questo tuo racconto! io ho abitato ad Amman e devo dire che se torni fatti indicare i luoghi meno turistici e più sorprendenti di questa città unica nel suo genere e poi fai una scappata ad Umm Qais si vedono Syria, Isrele e Giordania che si incontrano col lago del Geztemani e le colline del Golan!!

  2. Bellissimo articolo
    Passa nel mio blog se ti va

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