Di seguito il diario di viaggio giorno per giorno, con i consigli su dove andare, cosa visitare, come programmare la visita ad Auschwitz (giorno 2), quali musei visitare, con l’indicazione di prezzi ed orari , dove e cosa mangiare e qualche indicazione su dove trascorrere le serate.

Giorno 1

Siamo arrivate a Cracovia nel primo pomeriggio. Purtroppo un colpo di sfiga ci ha chiaramente colpite subito all’arrivo, dato che qualcuno aveva rubato 100€ dalla valigia di Serena, ma ormai eravamo lì, tanto valeva che ce la godessimo; come se non bastasse, abbiamo perso il treno per arrivare in centro e abbiamo dovuto aspettare quello successivo. Per raggiungere il centro di Cracovia dall’aeroporto si può prendere sia il pullman che il treno. Il primo si trova appena fuori dal terminal ed il biglietto costa poco più di 1€ (bus X08, linea 208 e 252); noi abbiamo preso il treno, leggermente più caro (biglietto a 2€) ma più veloce. In autobus occorre una mezz’ora, in treno solo 15 minuti. In entrambi i casi si arriva proprio alla stazione centrale di Cracovia, situata all’interno del centro commerciale Galeria Krakowska. Ricordate infine che in Polonia la moneta locale è lo Zloty. Da qui abbiamo raggiunto a piedi il nostro ostello Mundo Hostel, dove abbiamo trascorso quattro notti. Scelto in totale autonomia da Serena e davvero ottimo: vicino al centro, camera doppia con lettini singoli e con una bellissima zona comune, dove ogni giorno le ragazze della reception preparano una deliziosa colazione. Fra una cosa e l’altra era tardo pomeriggio, perciò una volta sistemateci ci restava solo il tempo per la cena. Poichè la prima specialità della cucina polacca sono i ravioli, non abbiamo tardato a verificare. Ci siamo infilate in un ristorantino vicino al nostro ostello, Pierogarnia Krakowiacy, considerato fra i migliori del suo genere; qui si trova un ampio assortimento di ravioli con ripieni di tutti i tipi, tutti squisiti, sia salati che dolci. I camerieri non servono ai tavoli ma si effettua l’ordinazione al bancone e poi si viene chiamati (è una cosa molto diffusa nei ristoranti polacchi); molto carina anche l’ambientazione, con motivi decorativi floreali e arredo in legno. Ingozzateci come si deve di ravioli, erano necessarie una passeggiata e una birra. Ci siamo dirette verso la piazza principale della città, Rynek Główny, già illuminata con gli addobbi natalizi. A pochi passi da qui ci siamo infilate nel Multi Qlti Tap Bar, una tappa obbligata per gli amanti della birra, per la varietà della scelta, la qualità della birra e il fatto che si trova in pieno centro. Satolle e alticce, siamo tornate alla nostra stanza sfidando il gelo umido della notte polacca, puntando la sveglia sulle 6.30. Il giorno seguente sarebbe stato impegnativo.

Giorno 2 – Visita ad Auschwitz – Birkenau

Cominciamo dai dettagli pratici: per visitare Auschwitz è obbligatorio prenotare la visita con un notevole anticipo, circa un mese e mezzo prima se si vuol stare tranquilli, scegliendo data e fascia oraria. Ogni fascia oraria è dedicata ad un differente tipo di utenza e tour: privati senza guida, gruppi privati con guida, scolaresche ecc. Quindi, in base al tipo di visita ci saranno 1-3 opzioni al giorno, tenendo conto che nei mesi invernali chiudono nel primo pomeriggio (15.00). Comunque è tutto ben spiegato sul sito ufficiale auschwitz.org. La visita autonoma è gratuita; non vi è un limite di tempo di permanenza, ma mettete in contro almeno 4 ore. L’unica spesa consiste nel biglietto dell’autobus per arrivarci. Auschwitz è abbastanza lontana da Cracovia, circa 75 minuti di viaggio. Si può andare in treno da Cracovia alla cittadina di Oswiecim, che però dista 2 km dal campo; infatti, il mezzo più pratico è l’autobus, che invece porta direttamente all’ingresso, e si prende sempre da Krakow Glowny (stazione centrale degli autobus presso il centro commerciale Galeria Krakowska). Nell’arco di una giornata ce ne sono diversi, con opzioni di diversa durata (qui il collegamento alla bus timetable), ma ovviamente per l’orario di partenza bisogna sottostare all’ora di inizio della visita al campo. Consiglio vivamente di comprare in anticipo il biglietto, basta anche soltanto uno o due giorni prima, giusto per non fare come noi che, molto fiduciose – o stupide -, ci siamo presentate direttamente alla biglietteria alle 8.00 del mattino, ma il pullman veloce era già al completo. Fortunatamente ne stava partendo un altro…un minibus, o meglio, una bella carretta, che ci ha fatto fortemente dubitare di arrivare in tempo a destinazione. Non sappiamo come, ma ci siamo riuscite e di corsa siamo entrate sfrecciando oltre i tornelli di accesso, in tempo ancora per pochi secondi! Auschwitz – Birkenau è diviso nei due campi, distanti 3 km l’uno dall’altro e collegati da un pulmino che fa tutto il giorno la spola per trasportare gratuitamente i visitatori, sul quale ho smarrito e mai più ritrovato il bellissimo pon pon del mio cappello preferito. Per la pausa pranzo abbiamo approfittato del ristorante self-service che si trova nel complesso. Il viaggio di ritorno è stato più facile da “organizzare”: degli autobus di linea partono regolarmente con destinazione Cracovia, non è necessaria la prenotazione e la fermata si trova nello stesso punto dal quale partono le navette che connettono i due campi.

Visitare il campo di concentramento più famoso al mondo è sconvolgente fin dai primi istanti. Nonostante le centinaia di persone che lo inondano ogni giorno, domina un silenzio surreale. La visita inizia da Auschwitz I, campo di lavoro e concentramento realizzato nel 1940, suddiviso in numerosi blocchi. Nei blocchi è allestito un museo che mette in mostra reperti, oggetti appartenuti ai deportati, materiale d’archivio, le celle dedicate alle torture e gli uffici dei nazisti; molti dei blocchi sono oggi dei padiglioni espositivi, ciascuno assegnato ad un diverso paese, il quale ha allestito un proprio percorso dedicato al proprio specifico spezzone di storia nel più grande contesto dell’olocausto. Presso Birkenau si assiste, se possibile, a scenari ancor più inquietanti, poichè esso venne costruito in ultimo per l’attuazione della soluzione finale, con l’intenzione di creare un vero e proprio campo di sterminio. Si tratta di un’area molto più vasta di Auschwitz, circondata ancora dal filo spinato; sono visitabili alcuni edifici con le camerate e gli spazi dove trascorsero la detenzione gli ebrei, le camere a gas ed i forni. Non credo servano ulteriori informazioni. È un’esperienza terribile ma imprescindibile, per accrescere la propria consapevolezza e per non rischiare che la memoria storica di orrori simili vada perduta.

Come dicevo, siamo rientrate a Cracovia, stranamente senza intoppi, nel tardo pomeriggio. A questo punto urgeva recuperare calore corporeo ed emotivo, per questo motivo ci siamo concesse una fetta di cheesecake ed una cioccolata calda in un cat cafè del centro; i mici fanno sempre bene al cuore. Per cena abbiamo scelto un ristorante tipico polacco nel centro storico, davvero molto bello e accogliente, Morskie Oko. È sembrato di entrare in una baita di montagna: arredamento in legno, fiorellini che decoravano finte finestrelle e un menù ipercalorico. Fra le specialità della cucina polacca c’è una fantastica zuppa ai funghi servita in una zuppiera di pane. Le scodelle di pane erano finite (le solite fortunate) così ci siamo accontentate di quelle in ceramica. Per secondo abbiamo preso del formaggio alla griglia servito con salsa di ribes e le salsicce, altra prelibatezza che va per la maggiore. Dopo cena ci siamo lanciate per le vie del centro fra un pub e l’altro, fra una pinta e l’altra. Per questo non sono riuscita a risalire a dove siamo state, non vogliatemene. Però mi ricordo che siamo finite a fare il karaoke con degli sconosciuti di origine ignota in un pub sottoterra!

Giorno 3 – Musei e centro storico

Svegliarsi con calma mai ovviamente! Parto sempre con mille buone intenzioni di prendermela sempre con maggiore calma del viaggio precedente, ma poi scopro che ci sono sempre troppe cose da fare, troppi luoghi da vedere, troppo da imparare e le giornate non mi sembrano mai sufficienti. Sono tantissime d’altra parte le cose da fare e vedere anche solo rimanendo nel centro di Cracovia. La giornata comunque è partita bene: caffè caldo, crepes alle mele appena fatte, cielo terso e un freddo pungente che mi mette sempre il buon umore. Il nostro itinerario è iniziato dalla piazza principale della città: Krakow Glowny, considerata fra le piazze più belle d’Europa e patrimonio dell’UNESCO. È il cuore dello Stare Miasto, la città vecchia di Cracovia. Da qui si diramano moltissime vie stipate di negozietti, locali e cafè. Sulla piazza si affacciano due grandi must di Cracovia: la fotogratissima cattedrale di Santa Maria, sotto alla quale cavalli bianchi o pezzati trainano eleganti carrozze, contribuendo, con gli addobbi natalizi, ad un’atmosfera fiabesca, e l’antico Mercato coperto del tessuto o Palazzo del Tessuto. Si capisce bene quale fosse il settore commerciale che rendeva prosperosa Cracovia nel Medioevo; oggi tuttavia ospita una moltitudine di negozietti che vendono adorabili souvenir e oggettini di artigianato polacco. Dovendo fare una selezione abbiamo deciso di non entrare nella cattedrale (costo biglietto 3,30€). Piuttosto, di buon mattino conviene avviarsi direttamente al Castello di Wawel, che sorge su una piccola altura raggiungibile in circa 20 minuti a piedi dalla piazza. Il bello di Cracovia è che il centro storico è molto contenuto e ci si muove tranquillamente a piedi, così, percorrendo via Grodzka abbiamo raggiunto il complesso del Wawel. L’accesso ai giardini è gratuito, così come visitare la Cattedrale di Wawel (eccezion fatta per la cripta, il Museo della Cattedrale Papa Giovanni Paolo II e la campana di Sigismondo, costo complessivo 4,50€). Il Castello, o Palazzo Reale, invece ospita differenti percorsi espositivi: le Sale dello Stato, gli Appartamenti Reali, il Tesoro della Corona e l’Armeria, il Museo d’Arte Orientale, The Lost Wawel (scavi archeologici ed evoluzione dell’edificio), la Grotta del Drago e la Torre Sandomierska. Quel che è strano è che non esiste un unico biglietto per tutte le attrazioni, ma dipende dal percorso che si preferisce affrontare, potendo abbinarle in vario modo. Nel nostro caso abbiamo deciso di visitare The Lost Wawel (1,80€), gli Appartamenti Reali (5€) ed il Tesoro della Corona e Armeria (4€); in più, i biglietti sono ogni giorno a disponibilità limitata, per questo è sempre meglio andarci di mattina. Altra particolarità è che ogni zona del Castello ha orari differenti, alcuni anche stagionali, come la grotta e la torre, che infatti non abbiamo potuto visitare. Se si volesse visitare con calma l’intero complesso ci vorrebbe una giornata; noi abbiamo sostato circa 3 ore. Ad ogni modo, per chi avesse intenzione di dedicare più di una giornata alla visita della città, chiese e musei, conviene acquistare il City Pass (a partire da 27€ per 48h, compresi 40 musei e mezzi pubblici). Verso l’ora di pranzo ci siamo infilate in una delle imperdibili strade di Cracovia e ci siamo dedicate al nostro sport preferito: spendere soldi in souvenir. Via Florianska è perfetta per questo, essendo un susseguirsi di negozi di souvenir. La strada riporta nella piazza principale e da lì ci siamo allontanate dal centro per dirigerci verso l’ennesimo museo (povera Serena…lo so). Siamo arrivate al limite dell’orario di chiusura (18.00) al Muzeum Narodowe w Krakowi, o più semplicemente Il Museo Nazionale di Cracovia, che ospita la celebre Dama con l’Ermellino di Leonardo. In questa fase Serena mi ha abbandonata, decidendo di aspettarmi all’uscita seduta su un divanetto come i mariti che accompagnano le mogli a far shopping; ci poteva stare. Il Museo Nazionale in realtà si compone di ben 12 diversi musei, dislocati in altrettanti edifici; quello da noi visitato è solo l’edificio principale che ospita una collezione di arti decorative, armi e uniformi e arte polacca del Novecento.
Quella sera siamo state in un ristorante nel centro di cui sfortunatamente non ricordo il nome ma ricordo che abbiamo proseguito il nostro viaggio nella gastronomia polacca gustando una strana zuppa di barbabietola, stinco di maiale con insalata di crauti e patate al forno. Non è difficile comunque trovare ristoranti di cucina tipica e decisamente economici rispetto agli standard italiani, il centro ne è pieno; per comodità ne indico un paio qui di seguito: U Babci Maliny e Restauracja Stodola 47. Dopodiché abbiamo proseguito la serata in un locale veramente carino Ambasada Sledzia. Qui la specialità è l’aringa accompagnata da una buona birra, ma noi abbiamo deciso di provare la vodka aromatizzata alla frutta, di cui hanno un ampio assortimento.

Con un giorno in più…

Museo sotterraneo / Rynek Underground: si tratta di museo interattivo in corrispondenza della piazza Krakow Glowny. Il tema centrale è Cracovia nel Medioevo.
Galleria d’Arte Polacca del XIX secolo: si trova nell’edificio di Sukiennice, nella piazza del mercato, e fa tecnicamente parte di quel complesso di musei appartenenti al Museo Nazionale.
Museo Czartoryski: il museo più antico della Polonia che fu creato per preservare il patrimonio culturale polacco.

Giorno 4 – Il quartiere ebraico e le Miniere di Sale

Ultimo giorno, altra imbuzzata. Al mattino abbiamo visitato il Mocak, bellissimo museo d’arte contemporanea. Credo che molti giustamente lo avrebbero sacrificato per il più celebre e gettonato Museo di Schindler, che si trova proprio lì accanto, però io proprio non posso resistere e devo sempre visitare tutto ciò che è dedicato all’arte contemporanea. Per arrivare fin qui abbiamo preso il tram (ci arrivano i n. 3, 8, 13 e 24) e poi camminato per una decina di minuti. Conclusa la visita al museo da qui abbiamo raggiunto, sempre in tram (n. 3 e 8), il quartiere ebraico, il Kazimierz; più o meno era ora di pranzo, la fame c’era, e fra le varie cose che lo rendono famoso c’è la zapiekanka, una fetta di pane di 40cm condita con ogni ben di Dio. Neanche a dirlo, un concentrato di bontà e pesantezza, che si gusta a Plac Nowy, la piazza principale di questo antico quartiere, combattendo con stormi di piccioni che attendono famelici briciole e sbrodolamenti. I chioschetti di street food che si affacciano sulla piazza sono stati ricavati dall’ex mattatoio ebraico che si trova esattamente al centro. Questa zona della città ha molti volti e identità ed è anche uno dei posti in cui si trovano più ristoranti e locali notturni, il volto moderno di un quartiere dal grande spessore storico. Il quartiere ebraico infatti, come si potrà immaginare, fu quello maggiormente colpito durante l’invasione nazista. Qui si trovano ben 7 sinagoge ed il Museo Ebraico Galicia; altri punti di interesse da inserire in un itinerario a piedi sono Piazza Szeroka e l’antico muro a Plac Nowy. Generalmente si prosegue il tour visitando il vicino quartiere Podgorze, dove si trovava il ghetto, ma nel nostro caso ci siamo fatte tentare dalle Miniere di sale di Wielickza. A questa particolare esperienza ha dedicato un articolo Serena, perciò per sapere cosa si nasconde a decine di metri sotto terra leggete l’articolo con anche tutte le informazioni per organizzare la visita.
L’ultima sera abbiamo sentito nuovamente il forte richiamo dei ravioli, quindi siamo tornate per la seconda volta al ristorante Pierogrnia Krakowiacy; d’altra parte la prima sera non eravamo riuscite ad assaggiare tutta la scelta offerta dal menù, perciò c’era una missione da portare a termine. Dopodichè non abbiamo rinunciato alle solite due o tre birre, per ritrovarci infine in un bar sotterraneo – cosa molto tipica i bar e locali sotterranei in Polonia – a cantare al karaoke con qualche sconosciuto.

Siamo ripartite il mattino seguente all’inizio di dicembre, mentre la città si faceva bella per il Natale, allestendo banchetti e mercatini ovunque; nell’aria si annusava già l’odore delle salsicce e del vin brulè, che avrebbe invaso le strade nelle settimane seguenti. Cracovia è una città effervescente, tanto piccola quanto fitta di bellezza, entrata a far parte a pieno titolo della lista dei posti in cui tornare.

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