Dopo una veloce colazione nel villaggio ancora vuoto di Castle Combe, una pausa più che altro necessaria per asciugarci dalla pioggia e per capire bene il da farsi, in tarda mattinata, il quarto giorno del nostro viaggio, ci siamo dirette verso Bristol.
A Bristol abbiamo dedicato un giorno e mezzo e questa città, nonostante il tempo uggioso, ci ha piacevolmente colpite fin dal primo momento. Il benvenuto non è stato in realtà dei migliori, a causa del traffico stradale che definirei traumatico. Non avevo ancora mai avuto particolari difficoltà con la guida a sinistra; forse solo in alcuni momenti in Nuova Zelanda, a Auckland. Bristol mi ha però voluta proprio mettere alla prova. Non è stato facile districarsi tra le numerose corsie e svincoli; abbiamo sbagliato più volte strada e impiegato spesso molto più tempo del previsto per raggiungere la destinazione. Un suggerimento che mi sento di dare è quindi quello di raggiungere il centro di Bristol in treno. Ci sono diverse stazioni e sicuramente vi risparmierete un esaurimento nervoso, a meno che non siate dei guidatori molto determinati. Un’altra accortezza è, muovendosi in auto, né entrare né uscire dalla città nelle ore di punta: il lunedì mattina e il venerdì nel tardo pomeriggio.
Sin dai primi passi mossi nelle strade di Bristol è stato subito chiaro che ci trovavamo in un luogo completamente diverso da qualsiasi altro nel Regno Unito. La voce di Bristol è unica; ovunque si respira il clima di denuncia sociale, di mobilitazione cittadina volta sempre ad un cambiamento a fin di bene per la creazione di una comunità paritaria. A Bristol si percepisce molto bene la forte coesione della popolazione contro ogni qualsiasi genere di ingiustizia, l’indipendenza di pensiero e una spiccata informalità nonché amichevolezza. Siamo totalmente fuori dagli schemi di ogni altra città inglese che abbia mai visitato. La sua anima underground conquista e incuriosisce. È una città che vien voglia di scoprire lentamente e che mi ha lasciato il desiderio di poterci trascorrere più tempo per conoscerla e magari viverla.

Dove parcheggiare a pagamento a Bristol
In Inghilterra i parcheggi si pagano, ovunque e profumatamente e Bristol non fa assolutamente eccezione. In generale, nei centri cittadini, si fa distinzione tra parcheggi short stay e long stay. I primi prevedono soste da 2 a 3 ore e una tariffa oraria abbastanza alta che si aggira intorno alle 2/3 £. Per lasciare l’auto per intere giornate bisogna quindi cercare i parcheggi long stay. Si tratta generalmente di parcheggi sotterranei o comunque a più livelli e non su strada. Nel caso di Bristol, il primo pomeriggio abbiamo scelto un parcheggio short stay. Nella zona del porto molto comodo è l’SS Great Britain Parking (qui la posizione), 6,50€ per 4 ore.
Il giorno seguente abbiamo invece lasciato l’auto in un parcheggio a lunga sosta, il Nelson Street Car Park (qui la posizione), 16€ per 6 ore. La posizione di questo parcheggio è veramente strategica, comodissima se si intende visitare sia la zona di Stokes Croft che quella del centro storico nella stessa giornata.
Il Ponte sospeso di Clifton
Siamo partite con la nostra visita di Bristol con una breve tappa ai margini della città per dare come prima cosa uno sguardo dall’alto. Abbiamo parcheggiato presso l’Osservatorio di Clifton. Questo è un ex mulino settecentesco dove veniva macinato il mais; successivamente fu riconvertito in mulino per il tabacco da fiuto e per questo soprannominato The Snuff Mill. L’Osservatorio, in stile georgiano, ospita oggi una delle ultime camere oscure aperte al pubblico del Regno Unito che si trova sull’omonima collina. Proprio da qui si ha la vista migliore su Clifton Bridge. Il ponte, progettato da Isambard Kingdom Brunel, fu aperto nel 1864 e sovrasta la profonda gola nella quale scorre il fiume Avon. La vista da qui è davvero molto bella e vale decisamente la pena fare una sosta.



Triste retroscena: raggiungere questo privilegiato punto di osservazione ci è costato un po’ poiché siamo passate per errore in auto sul ponte il quale, udite udite, è a pagamento, alla cifra di 1£. Dovendo noi obbligatoriamente tornare indietro, abbiamo attraversato il ponte due volte spendendo in totale 2£ e poi ancora altre 2£ per parcheggiare la macchina per circa 40 minuti. Praticamente ogni passo una sterlina!
Harbourside e Wapping Wharf: le meraviglie del porto di Bristol
Le ore successive abbiamo esplorato la zona portuale di Bristol. Il quartiere si chiama Wapping Wharf e si tratta di un antico porto fluviale a carattere mercantile e industriale completamente riqualificato. Qui si trovano musei, luoghi culturali e alcuni locali allestiti all’interno di vecchi container. La zona portuale, separata dal resto della città da ponti mobili (a causa delle intense maree) e connessa da imbarcazioni che fanno la spola, dista circa 20 minuti a piedi dal centro e richiede circa mezza giornata.
La storia di Bristol ruota tutta attorno a quella del suo porto. Purtroppo questo luogo è passato tristemente alla storia per essere stato a lungo il principale porto europeo dalle quali partivano le navi schiaviste dirette in America. Per conoscere la sua storia è una buona idea visitare il museo M Shed Bristol, dove si trovano i più disparati approfondimenti sulla città e i suoi abitanti. Il nome del museo deriva dalla sua funzione, poiché gli shed sono qui i magazzini, ognuno dei quali è identificato da una lettera.
Essendo ora di pranzo noi abbiamo iniziato col riempirci la pancia. Ci siamo fermate in un noto locale che serve fish and chips. Il fish and chips di Salt & Malt è stato premiato addirittura come uno dei venti migliori in Gran Bretagna e noi non potevamo lasciarcelo sfuggire. In effetti siamo rimaste estremamente soddisfatte e un po’ appesantite. Il ristorante, proprio dentro ad un container, si trova a due passi dal museo M Shed Bristol.




All’interno di questo museo, ricco di approfondimenti di ogni sorta, si entra però tendenzialmente alla ricerca di un’opera molto specifica che è qui e conservata. Si tratta del The Gream Reaper di Banksy. Banksy aveva realizzato l’opera in origine sulla chiglia dell’imbarcazione Thekla Social, per poi essere sottratta alle intemperie ed esposta nel museo a partire dal 2015 per motivi conservativi.
Il museo è decisamente caotico e non molto bene allestito; si fa un po’ di fatica a seguire il filo dell’esposizione e il legame fra le varie sezioni, però è gratuito, come molti altri a Bristol, quindi vale indubbiamente la pena fare un salto.
A questo punto, abbiamo proseguito la nostra caccia alle opere di Banksy camminando fino ad Albion Docks, presso Hannover Place, a 10 minuti a piedi dal museo, per ammirare The girl with the pierced eardrum.
A Bristol si trovano 13 opere di Banksy. È proprio qui che l’artista, la cui fama è ormai planetaria, nacque nel 1974. Le sue creazioni sono sparse in tutta la città, dal centro ai quartieri più periferici. Noi, siamo riuscite a vederne sei, delle quali una non è un murales! Per chi fosse particolarmente appassionato di Banksy, segnalo anche una app che localizza i suoi murales in giro per il mondo: Banksy street art treasure map (solo per Apple).
Per uno street art tour più approfondito a Bristol esiste anche la possibilità di acquistare dei tour guidati fai da te dedicati ai murales di Banksy e alla storia della street art di Bristol. Direttamente da cellulare si acquista il tour A Piece Of…BANKSY: pagando 10£ si avrà un codice col quale accedere alla guida, valida per 24h su due dispositivi.
Ps. A Bristol i locals credono che Banksy possa addirittura essere una donna.




Brunel’s SS Great Britain: visita ad un avanguardistico transatlantico
Nel porto di Bristol si trova poi un capolavoro dell’ingegneria navale che è oggi un fantastico museo in grado di trasportare in un’altra dimensione. Ho visitato in solitudine il celebre transatlantico SS Great Britain, lasciando mamma fuori ad aspettarmi perché stava poco bene, nonostante stesse piovendo. La curiosità era troppa ed è da quando sono stata in Scozia che desideravo visitare l’interno di una importante nave. Vi ricordate del Royal Yacht Britannia? Il panfilo reale ormeggiato a Edimburgo, nel porto di Leith. Me lo ero perso perchè anche lì il biglietto di accesso costa davvero troppo, ma stavolta ho preso coraggio, ho speso 25€ e sono entrata a bordo della SS Great Britain.
La nave è il frutto del lavoro progettuale di Isambard Kingdom Brunel (lo stesso architetto del ponte sospeso di Clifton). Questo transatlantico per passeggeri iniziò il suo lavoro nel 1846, navigando instancabilmente per una quarantina di anni per il trasporto passeggeri. Proprio a bordo della SS Great Britain migliaia di esuli inglesi e irlandesi raggiunsero l’altro lato del mondo, tra Canada e Australia. La nave è completamente visitabile al suo interno, dalle cuccette di prima classe a quelle per i passeggeri meno facoltosi, dalle cucine all’ambulatorio del medico. La stiva è la parte più incredibile. Ricostruzioni dettagliate di oggetti e personaggi rendono tutto molto credibile e facile immedesimarsi. Al suo interno si viene completamente catapultati in un’altra epoca, nel pieno svolgimento della vita a bordo. All’esterno poi, la parte migliore è la chiglia con il suo rivestimento originale, osservabile grazie al fatto che il bacino di carenaggio completamente prosciugato. La SS Great Britain, che ai suoi tempi era la nave più grande al mondo, fu il primo piroscafo di acciaio ad attraversare l’Oceano Atlantico. Nel 1884 cessò di navigare e venne ormeggiata alle isole Falkland dove fu utilizzata come deposito, nave di quarantena. La nave fu riportata a Bristol nel 1970 proprio dove era stata costruita 127 anni prima.




Dato il tempo particolarmente umido e la pioggia che non cessava di cadere, per quel pomeriggio abbiamo deciso di rincasare abbastanza presto per rifugiarci nel nostro splendido cottage di campagna. Abbiamo alloggiato tre notti nel piccolo villaggio di North Wraxall, a casa di Stewart, come racconto in questo articolo su come organizzare un viaggio nelle Cotwolds. Bristol è stupenda ma anche altrettanto caotica, quindi mi sento di consigliare l’opzione di alloggiare in campagna, per riprendersi dalla frenesia di questa città.
Stokes Croft: un’immersione totale nella street art
Dal Nelson Street Car Park, il quartiere di Stokes dista meno di dieci minuti a piedi. L’accesso al quartiere è segnato dal murales di Cheba, rappresentante un cielo notturno punteggiato di stelle che avvolge un intero edificio dell’albergo / ristorante The Full Moon. Da qui ci siamo incamminate lungo Moon Street e l’abbiamo percorsa tutta. Questa strada è imperdibile, un vero capolavoro. Si passa tra sporcizia e colori, avendo un primo assaggio sulla Bristol più autentica. Lungo la strada si trova una chiesa in rovina, quello che rimane di un passato sorpassato. All’angolo tra City Road e Upper York Street si trova un altro bellissimo murales, la donna africana realizzata da Stinkfish sul muro a fianco alla chiesa.
Da qui si rientra su Stokes Croft, un vero brulicare di vita, tra localini, fruttivendoli, abitazioni colorate, cafè e ovviamente graffiti ovunque. Ci siamo fermate a prendere un caffè a The Craft Egg e poi abbiamo svoltato a sinistra in Ninetree Hill che sale ripida fino a Dove Street. Sulla destra, dopo pochi passi si trova Thomas Street dove al numero 43 c’è un locale, un ristorante che si chiama The Hare on the Hill. Sulla parete esterna del locale c’è un murales molto carino che rappresenta appunto una fattoria sulla collina, come doveva apparire nel Settecento; è di Sophie Longhart e si chiama The Cow Byre.Il nome richiama l’origine agreste del posto che ospitava in passato stalle per i bovini e fattorie. Siamo in quella che un tempo era la piena campagna di Bristol. Pochi passi oltre The Hare on the Hill, sulla destra, c’è un piccolo stencil di Banksy messo sotto vetro, The Rose Trap, proprio accanto a una porticina blu e una rossa.
Il quarto celebre Murales di Banksy che abbiamo visto, sempre a Stokes, è Take the Money and Run, l’unico esistente che l’artista ha realizzato a mano libera anziché a stencil e in collaborazione con un altri artisti, Inky e Mode2. Questo è il murales più datato di Banksy a Bristol.
Lungo Stokes, al n. 80, tornando verso il centro si trova poi il famoso murales The Mild Mild West, opera fondamentale nella produzione di Banksy, sul muro che delimita la corte del bar Emmeline. Il murale è un invito a proteggere con ogni mezzo ciò in cui si crede, con determinazione e caparbietà, qualità entrambe intrinseche nell’anima dei Bristoliani. Sotto all’opera di Banksy si può anche ammirare quella di Hazardone, Paul the Pigeon.
Da qui abbiamo fatto un’altra deviazione lungo Stokes Croft per trovarci infine di fronte alla bellissima onda rossa di Hokusai lungo Hillgrove Street.
Questi sono i murales imperdibili di Stokes Croft e che è possibile vedere in un paio di ore. Tuttavia si potrebbero trascorrere giorni a individuare i migliaia di graffiti che decorano ogni angolo e vicolo.









Il centro storico di Bristol: una perfetta convivenza tra passato e presente
Lasciata Stokes Croft ci siamo spostate nel centro. L’antico nucleo di Bristol, dove è possibile ammirare frammenti delle mura e vecchi edifici è Castle Park, il quale rievoca col suo nome la presenza in passato del Castello di Bristol e annesso villaggio. Al centro del parco si trova la chiesa in rovina (inagibile) di St Peter risalente al Quattrocento. In questo parco si apprezza particolarmente la compresenza di vecchio e nuovo e il modo armonioso in cui convivono. La nascita del parco è legata ai pesanti danneggiamenti che la zona ha subito durante la Seconda Guerra Mondiale. Dopo i bombardamenti, i danni erano talmente estesi che si decise di realizzare un’area verde a disposizione della cittadinanza.
Scendendo lungo il naturale pendio del parco si può raggiungere Castle Bridge, un ponte in stile contemporaneo inaugurato nel 2017 che sinuoso collega le due sponde del Floating Harbour. Passeggiare su questo ponte è davvero bellissimo; offre un’aggiuntivo nuovo punto di vista sulla collina del castello e trasporta dritto verso un altro luogo imperdibile nel centro di Bristol.



Il cuore pulsante di Bristol è oggi sicuramente il mercato di St. Nicholas, un catalizzatore di vita, odori di street food internazionale e bancarelle dove si trova in vendita la qualunque. Il mercato risale al 1743 e mantiene ancora oggi un importante ruolo aggregativo per la cittadinanza. Le bancarelle si trovano sia nel mercato coperto che lungo le strade che lo circondano. Segnalo su Corn Street una bancarella dove si possono acquistare vecchie mappe, antiche illustrazioni scientifiche e pagine di enciclopedie d’epoca, tutto risalente tra il Settecento e il Novecento.
Da qui abbiamo raggiunto la cattedrale che onestamente non ho trovato più interessante di altre in Inghilterra. D’altra parte, vista quella di Gloucester, per le altre diventa difficile competere. Tuttavia, la cattedrale di Bristol ha una storia molto antica. Essa sorge da quel che in origine fu un’abbazia di frati Agostiniani del XII secolo. La chiesa divenne poi cattedrale nel 1542 rimanendo incompleta nel suo progetto medievale. Oggi è una commistione di antico e stile vittoriano.



Museum and Art Gallery e la street art del centro
Camminando tra le strade del centro è davvero difficile decidere dove guardare. Ci siamo ritrovate diverse volte a fare dei su e giù continui, perchè ad ogni movimento saltava fuori un nuovo murales, una nuova opera da osservare. Alcune sono gigantesche, altre piccolissime, alcune di aperta denuncia, altre più difficili da decifrare. Certo, la street art a Bristol è ormai parte integrante del tessuto urbano, ricopre un importante ruolo, non tanto decorativo, ma piuttosto comunicativo. I colori accesi dei murales, i bizzarri personaggi che si incontrano, sono come un collante tra passato presente, qualcosa che tiene insieme i numerosi volti della città, in un armonioso patchwork di idee e punti di vista.



Da Corn Street si imbocca Broad Street. Girando verso sinistra e camminando per un paio di minuti, si raggiunge la chiesa di St. John. La chiesa fa letteralmente parte delle antiche mura medievali. Di questa, si possono attraversare gli archi a ogiva al di sotto della torre con l’orologio. Nel passaggio sono presenti altri murales che rappresentano in maniera festosa e orientaleggiante la città di Bristol. Proprio qui troverete anche il murale di Conor Harrington, The Duel Of Bristol (Broad Street) e voltando lo sguardo a sinistra scorgerete anche gli omini stilizzati, bianchi e giganti di Stik.
Lungo Park Street (angolo con Frogmore Street) si trova un altro celebrissimo murale di Banksy, Well Hung Lover, per incontrarlo poi un’ultima volta al Museum and Art Gallery of Bristol. Nella hall del museo è infatti presente un’opera “scultorea” di Banksy. Si tratta di Paint Pot Angel, realizzata in concomitanza con la mostra Banksy versus Bristol Museum nel 2009. La storia vuole che Banksy rovesciò un secchio di vernice rosa sulla testa di un angelo di marmo.
Il museo, ad ingresso gratuito, ospita una collezione di storia naturale che va dai minerali agli scheletri di dinosauro.




Christmas Steps
Dal Museo, siamo tornate indietro lungo Park Row, abbiamo percorso tutta la strada in discesa, fino a Lower Park Row, e poi svoltato a destra verso Christmas Steps. Questa è stata la nostra ultima tappa a Bristol, un vicolo molto caratteristico reso tale dalla ripida scalinata che lo percorre. Prima di entrare in Christmas Step e rimanere affascinati dai negozietti e dai locali, vale la pena dare uno sguardo all’edificio antico che si trova sulla destra, la cappella dei Tre Re di Colonia, che si riferisce proprio alla cattedrale di Colonia. Qui si trova anche una bellissima abitazione, fondata da John Foster nel 1483. Frammenti dell’edificio si trovano anche incastonati


