Darei un 6.5 sulla fiducia ad Auckland. Forse a causa del maltempo e per il fatto che non ci siamo soffermate molto in questa città, non ho avuto modo di apprezzarla fino in fondo. L’ ho trovata grigia e decisamente meno accattivante e più caotica della capitale, che invece si prende un meritatissimo 9. Quel giorno non sono stati molti i punti a favore: pioveva, come al solito, e siamo rimaste molteplici volte imbottigliate nel traffico, e il parcheggio a pagamento è stato un salasso, quindi è probabile che siamo partite col piede sbagliato. Commenti a parte però abbiamo trovato il modo di godercela fra musei, passeggiate e shopping dell’ultimo giorno.
Sembrerebbe raccomandabile salire in cima all’antenna che definisce lo skyline della città e offre un suggestivo sguardo dall’alto, ma quel giorno dal marciapiede se ne intravedeva circa metà, essendo in gran parte nascosta nella nebbia. Quindi, dopo un timido tentativo abbiamo evitato di spendere 16€ inutilmente e siamo andate oltre. Torri simili si trovano in molti altre importanti grandi metropoli creando una sorta di trait d’union da una parte all’altra del mondo, da Beijing a Berlino, da Toronto a Mosca, da Shangai a Tehran, ma con i suoi 328 metri, la Sky Tower di Auckland è la struttura più alta dell’emisfero meridionale.
Abbiamo trascorso delle ore dentro questo posto meraviglioso, incantate dalla ricca esposizione permanente e rapite dalle esposizioni temporanee. Questo grande museo d’arte moderna e contemporanea ospita sia celebri nomi dell’arte occidentale dal XIX secolo in poi, sia una nutrita quantità di artisti contemporanei neozelandesi, decisamente interessante. Il museo oltretutto dal 2001 organizza la Triennale d’arte di Auckland con lo scopo di connettere il panorama artistico contemporaneo della Nuova Zelanda con quello internazionale e con le altre popolazioni del Pacifico e sensibilizzare culturalmente le varie comunità sparse per il paese. Dal punto di vista dell’arte contemporanea la Nuova Zelanda è particolarmente attiva con Auckland in prima linea. Il museo organizza costantemente esposizioni temporanee di grande rilievo e interesse. Il giorno della nostra visita siamo state particolarmente colpite da un progetto estremamente interattivo realizzato dall’artista giapponese Yayoi Kusama: una stanza originariamente bianca, decorata da un’infinità di cerchietti adesivi colorati applicati direttamente dai visitatori.
Nonostante non ci sia stato il tempo per visitarlo, indico comunque questo museo che conserva una importante collezione di manufatti māori e polinesiani.
Queen Street e le vie del centro
Nel pomeriggio ci siamo destreggiate fra le vie del centro. Sul retro della Auckland Art Gallery si estende l’ Albert Park, una piacevole area verde in un quartiere dalle tipiche abitazioni vittoriane. Abbiamo fatto sosta in un bellissimo negozio di libri dove ho acquistato un volume sui principali artisti neozelandesi. Abbiamo percorso tutta Queen Street, il corso principale, sino al porto, per concludere presso Wynyard Quarter questa nostra giornata, questo nostro viaggio.