Mi sono fermata a Copenaghen per un toccata e fuga di ritorno dal viaggio in Groenlandia. Non avevo mai avuto modo di visitarla e, anche per rendere il viaggio di ritorno più leggero, il rimpatrio meno traumatico, la fine delle ferie meno triste e il passaggio dall’inverno all’estate meno brusco, ho deciso di allungare lo scalo di un paio di giorni e fermarmi a visitare molto velocemente la capitale danese.
Il tempo che ho dedicato a Copenaghen è sicuramente inferiore a quello che meriterebbe, ma mi ritengo comunque soddisfatta e credo di essermi fatta una buona idea della città, che mi è mediamente piaciuta.
Copenaghen è una città piccola per essere una capitale, ma non piccolissima da essere girata interamente a piedi se si ha poco tempo. Volendo visitare in maniera completa e con più calma la città, direi di sostare per almeno 4 giorni.
- Copenaghen: raggiungere il centro dall’aeroporto
- Dove dormire a Copenaghen
- Cosa fare a Copenaghen – Giorno 1
- Cosa fare a Copenaghen – Giorno 2



Come raggiungere il centro dall’aeroporto di Copenaghen e come muoversi
L’aeroporto di Kastrup è collegato in diversi modi con il centro. In base al punto della città verso il quale si è diretti, si può prendere la metropolitana (ci sono soltanto 4 linee) oppure il treno. Da Kastrup alla stazione centrale, København H, la scelta migliore è il treno che, in soli 20 minuti, conduce a destinazione. Costo del biglietto 9,70€.
Per muoversi in città, il mio consiglio, se si ha poco tempo, è quello di affidarsi ad un mezzo di trasporto.
C’è l’opzione molto popolare del bike-sharing, oppure i mezzi pubblici. Noi abbiamo optato per la seconda, acquistando la Copenaghen Citypass per i mezzi pubblici. Il costo del citypass è di 10,80€ / 80 corone, per 24h nella zona 1 e ci ha permesso di utilizzare tutti i mezzi pubblici di Copenaghen: metropolitana, treni e autobus. Capire come funzionano i mezzi a Copenaghen è molto semplice e gli autobus sono quasi sempre puntuali. Sfato subito il mito della perfezione nordica: 1 autobus su 5 è in ritardo o addirittura salta la corsa. Ma tranquilli che prima o poi arriva!
Il citypass si può acquistare alle macchinette interne alla Central Station oppure alla biglietteria, ancora una volta dentro la stazione. Le macchinette non sono facilissime da utilizzare, quindi per questo passaggio consiglio di andare da un operatore umano. E’ più semplice e ci vuole un attimo.
Dove dormire a Copenaghen
Si tratta forse della parte più sconveniente di un viaggio a Copenaghen. I prezzi si aggirano su un minimo di 40/50€ a persona per notte. L’unico modo per risparmiare è come sempre muoversi per tempo e adattarsi. Per una coppia ci sono numerose soluzioni su Airbnb, in appartamenti condivisi anche non distanti dal centro. Nel nostro caso abbiamo letteralmente scelto l’alternativa più economica di tutta la città, soggiornando, sia all’andata che al ritorno dalla Groenlandia, presso il Copenaghen Backpacker Hostel. Per una o due notti si può fare, ma ha più limiti che vantaggi. Le uniche note a favore sono la comodità dei letti e la posizione nei pressi della stazione centrale, che lo rende molto ben connesso con qualsiasi luogo della città.



Cosa fare a Copenaghen in meno di 2 giorni – Giorno 1
Avendo veramente poco tempo, ho pensato che un itinerario a piedi e mezzi pubblici tra i principali monumenti fosse un buon modo per visitare la città, senza stare a “perdere” ore all’interno dei musei, per quanto mi sia dispiaciuto ovviamente!
Una volta scese alla fermata della metro Christianshavn, abbiamo iniziato il nostro tour dalla Chiesa del Nostro Redentore, attratte dal suo campanile dalla forma elicoidale. Siamo entrate nella chiesa, dove si trova uno degli organi lignei più belli che abbia mai visto, il più grande dei paesi nordici. La chiesa è in stile barocco fiammingo, realizzata dall’architetto Lambert van Haven. Al suo interno sono presenti decorazioni molto particolari, come gli elefanti, simbolo assoluto della monarchia e dell’Ordine degli Elefanti, il più alto tra gli ordini della Danimarca. Nella chiesa se ne contano ben 40. Si dice anche che il suo architetto si suicidò al compimento del campanile, quando scoprì che la torre “si attorcigliava” nel verso sbagliato. Ma è soltanto una leggenda!
A pochi passi si trova l’ingresso di Christiania, la città libera. Christiania è ancora oggi, sin dal 1971, una sorta di isola felice della capitale, un quartiere che segue regole proprie, fondate sui concetti di uguaglianza, tolleranza e vita lenta. Queste regole sono: non fare fotografie dove non consentito, come in Pusher Street, le droghe leggere sono legalizzate – ma dalle facce degli avventori mi pare evidente che anche quelle pesanti circolino alla grande -, non sono ammesse forze dell’ordine – che però trincerano il perimetro perché alcol + droga non sono una combo molto sicura. L’idea che ci siamo fatte è che probabilmente i residenti credono e seguono realmente questo stile di vita peace&love, ma per molti turisti è solo un’ulteriore occasione per far festa.
La parte più gradevole di Christiania è sicuramente la “zona residenziale”, un piccolo frammento agreste nel mezzo della città.






Da Christiania abbiamo utilizzato la metropolitana per raggiungere il primo monumento dell’itinerario che ci eravamo prefisse. Vicine tra loro troverete tre sculture molto importanti per la storia e l’identità cittadina.
Siamo partite dal Marittime Monument. Il monumento è molto bello e commemora i marinai civili caduti durante la Prima Guerra Mondiale. Poco distante si trova poi la famosissima Sirenetta, Den Lille Havfrue. La scultura è bella ma certamente sopravvalutata. Si dice inoltre che non sia quella originale, conservata chissà dove. La Sirenetta, come immaginabile è assalita da folle di turisti e rimanere per più di dieci minuti senza perdere la pazienza è impossibile. Ho trovato molto più bello e interessante il terzo monumento, la fontana di Gefion. La fontana rievoca un antico mito, quella della dea Gefjun che trasformò in buoi i propri figli per arare quanta più terra possibile in una sola notte e diventarne la regina. Si dice che questa terra divenne poi l’isola di Selandia, la più grande isola danese.




Accanto alla fontana si trova la chiesa di St. Alban, molto carina ma purtroppo chiusa. Dal giardino sul lato della chiesa si entra nel complesso del Kastellet, la fortezza stellata di Copenaghen. Si può percorrere il perimetro della fortezza, passeggiando sulle sue mura. All’interno si possono vedere gli edifici che ospitano oggi il Ministero della Difesa danese e altri edifici militari. Passeggiando lungo le mura si incontrano alcuni luoghi significativi come l’antica polveriera della Regina e un vecchio mulino a vento dell’Ottocento.
Subito fuori dal Kastellet, abbiamo proseguito verso una delle zone più belle e autentiche di Copenaghen, per ammirare le case gialle di Nyboder. Queste abitazioni, oggi ancora regolarmente abitate, furono costruite nel XVIII secolo come residenze per le famiglie dei marinai della marina danese. Il quartiere è molto suggestivo e vengono delle foto bellissime!







Da qui bisogna camminare circa 15 minuti per raggiungere la tappa successiva: la vecchia residenza reale, il castello di Rosenborg. Lungo la strada, su Øster Voldgade, si trovano due musei potenzialmente interessanti: il Museo delle Belle Arti e quello di Storia Naturale. Il castello di Rosenborg è visitabile; il biglietto costa 15€. Spettacolare è il parco che lo circonda, il Giardino del Re, dal quale si gode di alcuni scorci molto belli sul castello. Il punto di vista più bello si ha dal lato est, dal Rosenhaven. Il castello fu costruito nel 1606 ed è stato fino al 1720 la residenza reale, quando questa fu trasferita nel palazzo di Christiansborg.
Dopo il Castello abbiamo camminato circa un quarto d’ora per arrivare alla Frederikskirke, o Marmorkirke. La chiesa è un vero gioiello incastonato tra i palazzi. La sua cupola mastodontica troneggia sulle vie circostanti. Avremmo voluto salirci, ma sfortunatamente si può accedere soltanto il sabato e la domenica, ed era venerdì; il costo è di 4,70€.
Abbiamo concluso il nostro itinerario ammirando il palazzo di Amalienborg, oggi dimora della famiglia reale danese. Il palazzo si compone in realtà di quattro edifici identici intorno ad una piazza ottagonale, dei quali uno è un museo. Quello della Regina si riconosce per la presenza della bandiera che, se issata, significa che è in casa. Ogni giorno è possibile assistere al cambio della guardia. Ma credete che noi siamo capitate proprio all’ora del cambio? Ovviamente no. Il cambio della guardia avviene alle 11.30.
Indietreggiando verso il canale si gode di una bellissima prospettiva da cui poter fotografare insieme il palazzo e la Marmorkirke.





Per finire abbiamo preso un autobus e raggiunto il quartiere di Islands Brygge, dove abbiamo passeggiato un pochino lungo il canale tra i moderni edifici che si affacciano sul porto. Gli abitanti hanno un rapporto diverso coi canali e l’acqua del porto rispetto a come si è abituati in Italia. Forse perché la loro acqua è molto più pulita. I corsi d’acqua e i canali di Copenaghen sono infatti utilizzati per le più disparate utilità, dal kayak alla balneazione.
Lungo il Brygge si possono ammirare numerosi monumenti ed edifici di rilievo, come il Centro di Architettura Danese, la Biblioteca Reale e la versione della Sirenetta di Anne Marie Carl Nielsen.
Dopo aver camminato circa sei ore, era il momento di darci una rinfrescata e prepararci ad uscire nuovamente per cena. Possibilmente ad un orario decente, senza rischiare di non trovare più nulla da mangiare. Trovare un posto in cui spendere una cifra accettabile per un pasto non è semplicissimo, ma neppure impossibile. L’opzione migliore per risparmiare è buttarsi sullo street food, la migliore alternativa ai carretti degli hotdog. Per un pasto completo di streetfood si spendono circa 30€ bevande incluse. Gli hotdog venduti per la strada hanno un costo di circa 4/5€, ma l’opzione streetfood è molto più gratificante.
A Copenaghen c’è un luogo particolarmente amato dai giovani del posto che è un vero e proprio paradiso di cucine da tutto il mondo, in una location molto particolare, un po’ underground e panoramica al tempo stesso. Potremmo definirla la Camden Market di Copenaghen. Parlo del Reffen. Si trova un po’ dislocato dal centro. Per raggiungerlo si prende l’autobus 2A che impiega circa 25 minuti per arrivare a destinazione. Giuro che non sapevamo di esserci letteralmente infilate nella gettonatissima vita notturna di Copenaghen. Credo che ogni giovane della città fosse su quell’autobus. Inoltre era venerdì sera, quindi c’erano numerosi eventi musicali nel Reffen.
Reffen è una sorta di isola felice in cui divertirsi in maniera informale. Il cibo costa molto meno che al ristorante: noi abbiamo speso circa 35€ per due burritos e due birre. L’offerta di cibo è vastissima; si possono trovare cucine da tutto il mondo e un’ampia varietà di vini, birre e cocktail. Fra le bevande tipiche servono un buonissimo sidro di mele!
Siamo tornate verso l’ostello intorno alle 23.00 e abbiamo constato che anche il servizio autobus serale/notturno è perfettamente funzionante.


Cosa fare a Copenaghen in meno di 2 giorni – Giorno 2
Avendo l’aereo per Bologna alle 18.00, come prima cosa abbiamo dovuto lasciare le nostre valigie al deposito bagagli della stazione. L’ostello in cui abbiamo alloggiato non offre questo servizio, tuttavia, la stazione centrale è talmente vicina che è forse più comodo lasciare i bagagli nel deposito predisposto.
Il deposito è automatico e fai da te. Ci sono due tipologie di locker: quello grande per il bagaglio da stiva al costo di 80 DKK e quello piccolo per il bagaglio a mano, al costo di 75 DKK; il prezzo si riferisce a 24h. La cosa buona è che due valigie piccole entrano tranquillamente nel locker grande, potendo risparmiare un po’.
Subito dopo, usando l’autobus, siamo andate a Nørrebro, sicuramente il quartiere più caratteristico che abbiamo visitato a Copenaghen. Qui si trova un edificio molto particolare e che vale la pena visitare: la torre rotonda o Rundetårn. Il biglietto di accesso costa 40 DKK e occorre circa un’ora per visitarla. La particolarità dell’edificio è una rampa elicoidale priva di gradini che dolcemente conduce fino alla cima della torre da cui si ha una bellissima vista panoramica sulla città. La torre nacque come osservatorio astronomico, il più antico ancora funzionante in Europa! Dal 1642, anno della sua apertura, menti illustri e personaggi importanti si sono avvicendati nei suoi spazi unici. Molto bella la sezione del sottotetto a capriate lignee in cui sono esposti strumenti e mobili antichi.




Dopo la torre abbiamo visitato la Chiesa della Santissima Trinità che definirei senza infamia e senza lode.
Decisamente molto interessante è invece il Museo Nazionale, che è sicuramente il migliore da visitare se si deve restringere il campo ad un solo museo. Il Museo Nazionale si suddivide in molte sezioni; le più interessanti, ma forse sono un po’ troppo di parte, sono quelle dedicate ai vichinghi e ai popoli artici. Il costo di accesso è di 110 DKK.
Proseguendo il nostro itinerario, essendo ora di pranzo, abbiamo voluto dare una chance al Mercato Coperto, il Torvehallerne. Qui si possono gustare fra i migliori smørrebrød della città, da Hallernes Smørrebrød . Gli smørrebrød sono fette di pane gourmet condite con ogni ben di Dio. Non sono veri e propri sandwich, poiché si tratta di una sola fetta di pane sopra alla quale si possono trovare molti diversi ingredienti, ma quello più tipico è naturalmente il salmone. Purtroppo mangiare uno smørrebrød al mercato richiede tempo, pazienza e anche denaro. Di sabato pomeriggio, all’ora di pranzo, c’erano non meno di una trentina di persone in fila, per dei panini che costano dai 13€ ai 18€. Non per i soldi, piuttosto per il tempo, abbiamo rinunciato, poiché prima di ripartire volevamo dare un’ultimo sguardo al Nyhavn.






Potendo scegliere direi di evitare assolutamente di visitare Nyhavn di sabato pomeriggio. Non so se sia sempre stato così, o forse abbiamo soltanto sperimentato il “liberi tutti” post-pandemia, ma la situazione folla era allarmante. Decine di migliaia di persone affollavano le strade del centro, masse di gente salivano e scendevano instancabilmente dai battelli. Mai come in quel momento ho sentito la mancanza delle mie amate lande artiche sottopopolate.


Facendoci strada tra la folla ci siamo incamminate verso la stazione, dove sarebbe iniziato il calvario di ritorno a casa: il treno che avrebbe dovuto portarci all’aeroporto era guasto e abbiamo dovuto correre (con le valigie) per riuscire a prendere il successivo. Corsa rivelatasi inutile, poiché il nostro aereo aveva oltre due ore di ritardo. In aeroporto abbiamo affrontato una fila infinita per il security control. In realtà stavamo vivendo solo l’inizio di un’estate di congestionamenti aeroportuali e disagi turistici di ogni sorta. In confronto a molti altri abbiamo avuto fortuna.
Nel frattempo si era affacciato alla porta un sospetto mal di gola che ora dopo ora si faceva più forte e che 48h più tardi si sarebbe rivelato covid. Sì, ho preso il covid in Groenlandia, ma credo di non averlo sparso troppo in giro perché io e Serena, in tutto l’aeroporto di Copenaghen, così come sulla metropolitana e gli autobus, eravamo le uniche con la mascherina, così come sull’aereo di ritorno per Bologna. A mezzanotte abbiamo toccato il suolo italiano, per nulla pronte alle temperature infernali estive.